Dal mio manifesto: Tu SEI valore

Dal mio manifesto: Tu SEI valore

Il valore non è una cosa che abbiamo, o conquistiamo facendo. Il nostro valore, il diritto al rispetto, nasce con noi. Noi SIAMO valore. Ma impariamo a riconoscerlo in noi solo se le persone con cui cresciamo ce lo rendono visibile, attraverso i loro occhi: lo sguardo amorevole dei nostri genitori, delle nostre maestre, dei nostri amici.

Anche da adulti continuiamo a cercare conferme del nostro valore negli occhi di nostro marito, di nostra moglie, dei figli, degli amici, dei colleghi e dei capi, ma persino nello sguardo della commessa del supermercato, del poliziotto che ci ferma per un controllo.

Pensate a quando qualcuno ci fa un torto per strada, magari ci manca una precedenza: cosa cambia nel nostro stato d’animo se ci chiede scusa o se invece se ne va ignorandoci? Se ci chiede scusa, significa che ci ha visti, che ci porta rispetto. Se se ne va ignorandoci, noi pensiamo che è uno stronzo (dai.. ammettiamolo!) perché in sostanza non ci considera degni di attenzione.

Tutti noi abbiamo bisogno di essere visti e considerati. Maslow lo chiama bisogno di appartenenza nella sua piramide dei bisogni fondamentali dell’uomo. Se noi non siamo consapevoli di ciò che valiamo a prescindere dal giudizio altrui, il punto di vista dell’altro diventa l’unico metro di misura del rispetto e del bene che meritiamo. Molto pericoloso.

Le storie di violenza domestica verbale o fisica, del bullismo, del mobbing, del bossing (tutte sfaccettature del grande tema dei maltrattamenti), agiscono proprio in base a questa logica e così l’altro ci sminuisce con critiche, umiliazioni, aggressioni verbali e fisiche, escludendoci, privandoci di dialogo e di rispetto. A lungo andare quella relazione non è più fonte di benessere, anzi, ci priva della possibilità di provare benessere persino al di fuori.

I maltrattamenti prolungati da un capo o dai colleghi o dal nostro partner, pian piano fanno sì che anche noi mettiamo in dubbio ciò che sappiamo fare, la nostra importanza per l’altro. E spesso finiamo per credere che ciò che loro vedono in noi, nulla per cui valga la pena avere delle attenzioni, sia la nostra natura. E’ una situazione dolorosissima che annienta le nostre risorse.

Il potere di annientarci però glielo abbiamo dato noi!

Non voglio colpevolizzare chi si sente maltrattato. E’ capitato più volte anche a me, ho dato la possibilità ad altri di farmi sentire incapace e indegna di attenzione, perché io stessa non sapevo quale fosse il mio valore. Poi ho scoperto anche a riconoscere un maltrattamento (spesso sono così subdoli che sentiamo la ferita, ma la giustifichiamo), a capire dove e perché mi stava ferendo e infine a capire cosa é in mio potere fare per gestire o sottrarmi al maltrattamento.

Se ti trovi in una situazione del genere, puoi provare a mettere a fuoco ciò che ti sta ferendo e cosa ancora ti tiene lì. Possono essere utili domande di questo tipo: qual’è la mia parte di responsabilità? ho fatto tutto per chiarire questa situazione con il mio capo/partner/collega? Sa che mi sta ferendo? Gli ho detto che non voglio accettare questi maltrattamenti? Come gliel’ho detto? Perché accetto di subire? Per chi resto in questa situazione? Quale mio valore sto difendendo? Resto perché ho fatto una promessa/firmato un contratto? Perché ho bisogno di un reddito? Perché mi costerebbe troppo rinunciare alla mia posizione? Cosa di quel ruolo me lo rende irrinunciabile?

Ciò che ti tiene in scacco sono dei limiti che ci imponiamo noi stessi, inconsapevolmente, e vederli apre molte possibilità.
Ci tengo ad avvisarti che fare questa introspezione da soli comporta anche dei rischi. E’ un processo difficile da condurre autonomamente perché quando stiamo male la prima cosa che entra in crisi è la nostra lucidità, la capacità di discernimento*. Ci si sente molto confusi. Il rischio quindi è quello di sentirsi più frustrati perché non si sta ottenendo il risultato sperato, mettendo ancora più in discussione il proprio valore.

Prova e se vuoi, scrivimi chiara.ciceri@studiodialogos.com. Tu SEI valore.

 

Se ti interessa un approfondimento sul perché le nostre risorse vengono intaccate quando stiamo male, puoi leggere sul funzionamento dei nostri emisferi cerebrali “The Master and his Emissary” di Ian McGilchrist o sui meccanismi dello stress “Perché alle zebre non viene l’ulcera” di Robert M. Sapolsky. Sono due libri corposi ma WOW!

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